Nell’epoca della sovraesposizione, della tirannia dell’esserci o almeno dell’apparire, della reperibilità costante, della vita a misura di social e, spesso, della politica come comunicazione del nulla, si può sentire la necessità di sottrarsi, si sfruttare le possibilità di non farsi vedere.
La discrezione come esperienza preziosa, controcorrente e profondamente moderna, come “privilegio di poter assistere alla propria assenza”.
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